Il santuario girgente che unisce miracoli, fede popolare e una leggenda millenaria

Ad Agrigento, il santuario di San Calogero racconta fede, miracoli e leggende millenarie, con una festa unica che incanta ogni anno.

23 ottobre 2025 15:00
Il santuario girgente che unisce miracoli, fede popolare e una leggenda millenaria - Foto: Alletto/Wikipedia
Foto: Alletto/Wikipedia
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Sulla sommità del colle che domina Agrigento, si erge il maestoso santuario di San Calogero, uno dei luoghi più amati dai fedeli di tutta la Sicilia. Non è solo un santuario: è un simbolo di devozione popolare, pellegrinaggi secolari e leggende che affondano le radici nella storia antica della città. Qui la fede incontra il mito, e ogni anno migliaia di persone si radunano per celebrare un santo che continua a essere considerato un protettore miracoloso.

Un culto antico e radicato

Il culto di San Calogero risale al VI secolo, quando un eremita di origine africana, giunto in Sicilia, si ritirò in preghiera nelle grotte del colle che oggi porta il suo nome. La tradizione racconta che fosse un taumaturgo, capace di guarire malati e di aiutare i bisognosi. Proprio per questa fama, dopo la sua morte il popolo cominciò a venerarlo come santo e protettore della città.
Il santuario, costruito in epoca medievale e più volte ampliato nei secoli, custodisce la statua del santo, portata in processione durante la celebre festa di luglio, quando Agrigento si veste di bianco e nero, i colori di San Calogero. Le vie si riempiono di devoti che scalzi, o con offerte votive, accompagnano la statua tra canti e preghiere, in uno dei momenti più intensi della religiosità siciliana.

Tra devozione e leggenda

Il santuario non è soltanto un edificio religioso: è un vero scrigno di storie tramandate nei secoli. Si narra che San Calogero abbia vissuto per lungo tempo in una grotta nei pressi della chiesa, oggi inglobata nel complesso, che ancora oggi i fedeli visitano in segno di rispetto. Secondo una leggenda, il santo avrebbe scacciato i demoni dalle campagne circostanti, liberando la popolazione dalla paura e guadagnandosi così l’appellativo di “santo nero” per la sua origine africana e la pelle scura.
Ancora oggi i devoti gli attribuiscono miracoli e guarigioni, tanto che il santuario è meta di pellegrinaggi da tutta la Sicilia e oltre.

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