Un’opera del 2019 diventa un tesoro nei Parchi archeologici siciliani | Scopri perché questo evento rivoluziona l’arte contemporanea!

Scopri Vis-à-vis (Amazzone) di Giulio Paolini, ora al Museo Griffo! Un dialogo tra arte antica e contemporanea che affascina e invita a riflettere. 🎨✨🔍

A cura di Redazione Redazione
11 settembre 2025 10:13
Un’opera del 2019 diventa un tesoro nei Parchi archeologici siciliani | Scopri perché questo evento rivoluziona l’arte contemporanea! -
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Valle dei Templi: Presentata al Museo Griffo l’Opera di Giulio Paolini

Un nuovo capolavoro si aggiunge alle collezioni del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” di Agrigento. L’opera intitolata Vis-à-vis (Amazzone), creata nel 2019 dall’artista Giulio Paolini, è stata presentata al pubblico il 11 settembre 2025, in un evento che ha richiamato l’attenzione degli appassionati d’arte e cultura.

L’acquisizione di questa importante opera è stata resa possibile grazie al PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Un passo significativo per la valorizzazione della creatività contemporanea nel contesto di uno dei luoghi più storici d’Italia. Il progetto è stato ideato e curato da Giusi Diana e Antonio Leone, in sinergia con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi.

Alla cerimonia di presentazione, hanno partecipato figure di spicco nel campo dell’archeologia e dell’arte, tra cui Giuseppe Parello, presidente del Consiglio del Parco, l’archeologa Donatella Mangione e Bettina Della Casa della Fondazione Giulio e Anna Paolini di Torino. La loro presenza ha testimoniato l’importanza e il valore culturale di questa acquisizione.

L’opera di Paolini è costituita da due metà in gesso della testa di una copia romana dell’“Amazzone ferita”, attribuita allo scultore greco Policleto del V secolo a.C. Queste due parti, collocate l’una di fronte all’altra, trovano la loro collocazione nella Sala XVI del Museo Griffo, accanto a un grande cratere attico a figure rosse del Pittore dei Niobidi, risalente al 460 a.C. e raffigurante un’Amazzonomachia.

Ma ciò che rende quest’opera davvero unica è il dialogo visivo creato tra le due metà del volto dell’Amazzone, attraverso una grande tela sospesa. Sulla tela, diagonali tracciate a matita rossa, cifra distintiva dell’artista, invitano lo spettatore a riflettere. L’opera, carica di riferimenti concettuali, esplora il tema della rappresentazione e il senso stesso dello sguardo.

Questa presentazione segna un ulteriore passo verso un rinnovato impegno nella promozione dell’arte contemporanea in un contesto così ricco di storia, rendendo la Valle dei Templi un punto di riferimento anche nel panorama culturale moderno.

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