Un'oasi nascosta tra due mari: ecco dov'è il cuore selvaggio della Sicilia tra borghi fantasma e leggende

Scopri i Monti Sicani: paesaggi selvaggi, eremi rupestri e leggende millenarie nel cuore nascosto della Sicilia occidentale.

15 settembre 2025 15:00
Un'oasi nascosta tra due mari: ecco dov'è il cuore selvaggio della Sicilia tra borghi fantasma e leggende - Foto: Giorgio La Susa/Wikipedia
Foto: Giorgio La Susa/Wikipedia
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Un’oasi nascosta tra due mari

Nel cuore della Sicilia occidentale si erge la maestosa catena dei Monti Sicani, un massiccio che si sviluppa tra le province di Agrigento e Palermo. Questa dorsale rocciosa funge da spartiacque naturale tra il Mar Tirreno e il Canale di Sicilia, regalando panorami che cambiano a ogni curva: vallate profonde, altipiani carsici e boschi secolari che sembrano sospesi nel tempo. Qui la natura esplode in un mosaico di lecci, roverelle e faggi monumentali, rifugio per una fauna rara come l’aquila reale, il gatto selvatico europeo e numerose specie di orchidee spontanee che colorano i prati in primavera.

Fra queste cime sorgono borghi antichi dal fascino intatto, come Santo Stefano Quisquina e Bivona, collegati da sentieri che serpeggiano tra gole, fiumi e pascoli. L’area, oggi tutelata dall’Ente Parco dei Monti Sicani, è meta privilegiata di escursionisti e appassionati di trekking che cercano una Sicilia diversa: selvaggia, autentica e lontana dal turismo di massa. Dai belvedere più alti, nelle giornate terse, lo sguardo abbraccia sia il blu intenso del Tirreno sia il verde smeraldo delle valli agrigentine, in un colpo d’occhio che lascia senza fiato.

Tra eremi, rovine e memorie antiche

I Monti Sicani non sono solo un paradiso naturale, ma anche scrigno di memorie millenarie. Il celebre Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, incastonato nella roccia, racconta la vita solitaria della patrona di Palermo, che qui trovò rifugio nel XIII secolo. Poco distante, le colline custodiscono le tracce di antiche necropoli sicane e di insediamenti bizantini abbandonati, testimonianze di popoli che abitarono queste terre aspre e fertili molto prima dell’arrivo dei normanni.

Le grotte calcaree della zona hanno restituito fossili marini e utensili preistorici, confermando una frequentazione continua fin dalla preistoria. Ancora oggi, le comunità locali celebrano feste agricole che riecheggiano riti antichissimi: la Festa della Transumanza, con i greggi in marcia verso i pascoli estivi, e le celebrazioni della mietitura, in cui si benedicono i campi e si intrecciano corone di spighe. Questi gesti, tramandati di generazione in generazione, raccontano una Sicilia lontana dalle spiagge affollate ma profondamente radicata alla sua terra, dove ogni pietra e ogni sentiero portano con sé una storia da scoprire.

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