Un fenomeno che sfida la logica: la storia misteriosa di San Calogero a Naro
Scopri il Santuario di San Calogero a Naro: pane votivo, miracoli del 1626 e processione con slitta di corde tra fede e folklore.

Nel cuore di Naro, in provincia di Agrigento, tra vicoli antichi e chiese barocche, sorge un luogo che devi assolutamente scoprire: il maestoso Santuario di San Calogero. Edificato nel 1599 sopra la grotta dove l’eremita visse, questo santuario custodisce la storia di uno dei santi taumaturghi più venerati della Sicilia.
L’interno a unica navata conserva affreschi della Pietà, dipinti di San Francesco e altri santi, testimonianze artistiche di grande valore
it.wikipedia.org. Ma ciò che rende questo luogo davvero straordinario è la grotta originaria, tuttora visitabile, dove si narra che San Calogero, il cosiddetto “Santo Nero”, vivesse in solitudine, nutrendosi di latte di cerva durante la sua vita eremitica.
Pane votivo e pellegrini in processione
La tradizione del pane votivo è il cuore del culto. Ogni anno, tra il 15 e il 25 giugno, soprattutto il giorno della festa (18 giugno), migliaia di fedeli portano al santuario forme di pane modellate a forma di parti del corpo guarite o di bambini, come ringraziamento per le grazie ricevute.
Durante la processione, la statua del Santo (opera di Francesco Frazzetta, 1566) viene trasportata su una grande slitta («straula»), trascinata per le vie del paese da corde lunghe circa 200 metri, mentre i devoti urlano: “Viva Diu e San Calò!”. A questo spettacolo si accompagna una fiaccolata notturna, un mercato religioso e fuochi d’artificio: un evento che unisce fede, folklore e spettacolo .
Curiosità
Una delle curiosità più affascinanti raccontano che, durante la peste del 1626 a Naro, suor Serafina Pulcella Lucchesi ricevette in sogno la visita di San Calogero che annunciava la fine dell’epidemia. Grazie a quella visione, la città si salvò – e da allora San Calogero divenne il protettore di Naro, festeggiato ogni 18 giugno.