Non crederai a cosa nasconde: Raffadali, il borgo che svela una storia incredibile

Esplora Raffadali: dal passato archeologico al Pistacchio DOP, feste contadine e sarcofago romano. Scopri storie e sapori agrigentini.

A cura di Paolo Privitera
10 agosto 2025 18:00
Non crederai a cosa nasconde: Raffadali, il borgo che svela una storia incredibile - Foto: Effems/Wikipedia
Foto: Effems/Wikipedia
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Raffadali, agrigentina: Il borgo dei pistacchi e storie antiche

Nel cuore delle colline tra il fiume Platani e il Salso, a circa 420 m di altitudine, si adagia Raffadali, un borgo ricco di storia millenaria e cultura agraria. Le prime tracce di insediamenti risalgono all’Eneolitico, con necropoli e abitazioni in località Pietra Rossa. Successivamente è stato abitato da Greci, Romani e Bizantini: a Terravecchia e Cozzo Busonè sono state ritrovate tombe a grotticella e un sarcofago romano raffigurante il ratto di Proserpina, testimonianza del ricco passato pagano.

Nel IX secolo, gli arabi fondarono il casale di Rahalfadala, introducendo colture come albicocchi, carrubi, agrumi e pistacchi, e costruendo sistemi di canalizzazione. Dopo la conquista normanna nel XII secolo, Raffadali divenne feudo dei Montaperto, con l’attuale nucleo urbano consolidato dal 1507 grazie alla licenza del re Ferdinando II. Nel 1650 venne elevato al rango di principato da Filippo IV di Spagna.

Festa del Pistacchio DOP e cultura contadina

Protagonista moderno di Raffadali è il rinomato Pistacchio DOP, coltivato fin dall’epoca araba. Ogni anno, a settembre, si svolge il "Fastuca Fest", evento che celebra questo “oro verde” locale con degustazioni, laboratori e visite guidate tra i noccioli centenari. Dal 2018 il prodotto ha ottenuto il prestigioso Marchio DOP, riconoscendo ufficialmente la qualità e l’origine garantita .

Oltre al pistacchio, Raffadali ha cultivato una fervida tradizione contadina: la Festa della Madonna degli Infermi - nata nel 1479 durante un’epidemia sconfitta per intercessione spirituale - celebra ancora oggi la gratitudine con processioni, statue lignee e dolci tipici come purciddati e macco di fave

Curiosità

Qui è conservato un sarcofago romano con la scena del ratto di Proserpina, rinvenuto nel XVI secolo in contrada Grotticelle: oggi si trova nella chiesa madre ed è una delle testimonianze più affascinanti della romanità in agrigentino.

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