Quando il fiume diventa un testimone del passato, il Magazzolo e la storia che scorre tra le sue acque
Scopri il fiume Magazzolo: 35 km di storia, petrolio galleggiante, diga, tartarughe e natura SGS. Un viaggio che pulsa vita.

Il fiume che pulsa storia e natura
Scopri un luogo vicino a te eppure così ricco di fascino: il fiume Magazzolo, un corso d’acqua che attraversa il cuore della Sicilia tra Agrigento e Palermo, lasciando una scia di storie, natura e sorprese! Con i suoi circa 35 km di sviluppo e un bacino di 422 km², il Magazzolo nasce sui pendii del Monte Castelluzzo (Santo Stefano Quisquina) e sfocia nel Mediterraneo a Seccagrande, presso Ribera.
Storia millenaria e ambiente sorprendente
Il suo nome, eredità araba, significa “acque vorticose” (magzil) ed evoca un fiume pieno di mistero . Un tempo, il tratto iniziale era noto come “Acqua della Favara” e, scendendo verso Bivona, assumeva nomi come “fiume del Governatore” o “fiume di Bivona”. Parte del suo corso era attraversato da una storica ferrovia a scartamento ridotto (linea Lercara–Magazzolo), costruita nel 1915 per trasportare zolfo e minerali: la stazione di Magazzolo era un crocevia strategico tra industrie minerarie e Porto Empedocle.
Lungo il percorso, il Magazzolo alimenta l’invaso artificiale della diga Castello, noto come lago di Magazzolo, grande 1,8 km², profondità 41 m: serve l’irrigazione agricola e uso civile di vari comuni.
Natura rigogliosa e tutela ambientale
Il fiume attraversa aree di grande valore naturalistico: la foce di Magazzolo è parte di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), accanto a Platani, Capo Bianco e Torre Salsa, rifugio di tartarughe marine Caretta‑caretta che vi nidificano occasionalmente.
Il bacino è gestito nel quadro del “Piano di gestione del rischio alluvioni” della Regione Sicilia, che monitora il territorio.
La vallata è oggi una culla di biodiversità: fiumi, colline, agrumi e vigneti raccontano l’anima rurale della Sicilia e il dialogo tra ambiente e uomini.
Curiosità:
Una scoperta incredibile: nelle acque del Magazzolo, fino al XX secolo, galleggiava petrolio naturale, raccolto letteralmente con spugne da pescatori locali! Un tempo, le imbarcazioni si radunavano sul fiume per raccogliere il “oro nero” che affiorava spontaneamente. Un fenomeno che collega la valle a un passato geologico e umano poco noto, ma profondamente affascinante!