Un rifugio dimenticato che sta facendo parlare | La grotta segreta ad Agrigento tra misteri e leggende
Scopri la grotta di Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina: un rifugio sacro tra i Monti Sicani, ricco di storia e spiritualità.

Un rifugio sacro tra i monti sicani
Nel cuore dei Monti Sicani, a quasi 1000 metri di altitudine, si trova un luogo che custodisce una delle storie più affascinanti della spiritualità siciliana: l'eremo di Santa Rosalia alla Quisquina. Qui, secondo la tradizione, la giovane Rosalia Sinibaldi si ritirò in eremitaggio per dodici anni, tra il 1150 e il 1162, fuggendo da un matrimonio imposto e dedicandosi completamente alla preghiera e alla meditazione.
La scoperta della grotta e la nascita dell'eremo
La grotta fu riscoperta il 24 agosto 1624 da due muratori palermitani, Simone Tropiano e Francesco Bongiorno, che, guidati dalla fede e dalla curiosità, trovarono un'epigrafe incisa nella roccia: "Ego Rosalia Sinibaldi Quisquinae et Rosarum Domini filia Amore mei Jesu Christi in hoc antro habitari decrevi" ("Io Rosalia Sinibaldi, figlia del Signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di abitare in questa grotta"). Questo ritrovamento portò alla costruzione dell'eremo e alla diffusione del culto della Santa nella zona.
L'eremo: un complesso monastico immerso nella natura
L'eremo di Santa Rosalia alla Quisquina è un complesso architettonico che si integra perfettamente con l'ambiente circostante. Comprende la grotta, una chiesa, una cripta e vari ambienti conventuali come celle, cucina e refettorio. Fino al 1985, fu abitato da una congregazione di eremiti. Oggi, l'eremo è adibito a museo, sito espositivo e luogo di preghiera, ospitando anche una mostra permanente dei reperti del Museo Etno-Antropologico comunale.
La cripta e le reliquie degli eremiti
All'interno dell'eremo, una botola conduce a una cripta dove venivano sepolti gli eremiti dopo essere stati disseccati secondo un procedimento utilizzato dai Monaci Cappuccini di Palermo. Nei loculi della cripta sono ancora visibili i resti di alcuni eremiti vissuti nel santuario nel secolo scorso.
La festa di Santa Rosalia: un pellegrinaggio secolare
Ogni anno, la prima domenica di giugno, gli abitanti di Santo Stefano Quisquina celebrano la festa di Santa Rosalia con una processione che parte dalla chiesa madre e raggiunge l'eremo attraverso un sentiero montano. Il busto reliquiario della Santa, contenente frammenti delle sue ossa donate nel 1625 dal cardinale Giannettino Doria, viene portato in pellegrinaggio, accompagnato da fedeli a piedi nudi e a cavallo.
Curiosità: l'epigrafe incisa nella roccia
La grotta di Santa Rosalia alla Quisquina è l'unico luogo dove è presente un'epigrafe incisa nella roccia dalla stessa Santa, testimoniando la sua presenza e la sua scelta di vita eremitica. Questa iscrizione è un documento unico che collega direttamente la figura storica di Rosalia al luogo, rendendolo un sito di grande importanza spirituale e culturale.