Il luogo che ha cambiato la storia senza che tu lo sapessi | Ci è vissuto il genio più enigmatico della Sicilia
Scopri la casa natale di Luigi Pirandello ad Agrigento: un luogo carico di memoria, misteri e legami profondi con la sua opera.

Dove nasce un genio: Pirandello e la sua Sicilia
A pochi chilometri da Agrigento, lungo la vecchia strada che collega la città alla frazione di Caos, sorge un edificio austero e immerso nella macchia mediterranea. È la casa natale di Luigi Pirandello, uno dei più grandi scrittori e drammaturghi italiani, premio Nobel per la Letteratura nel 1934.
Qui, il 28 giugno 1867, nacque Pirandello. In questa casa respirò i primi profumi di Sicilia, osservò la campagna agrigentina, ascoltò le storie della sua gente. Un mondo che avrebbe segnato indelebilmente tutta la sua produzione letteraria, fatta di identità frammentate, illusioni e verità scomode.
La casa museo tra memoria e paesaggio
Oggi la casa è un museo letterario gestito dalla Regione Siciliana. L’edificio, di architettura rurale ottocentesca, è composto da alcune stanze arredate con oggetti appartenuti allo scrittore, fotografie di famiglia, prime edizioni dei suoi libri, manoscritti e lettere originali.
Dal cortile si può ammirare un paesaggio che sembra uscito da una delle sue novelle: uliveti, rocce calcaree, il mare all’orizzonte. È facile capire quanto questi luoghi abbiano influenzato la sua visione del mondo.
All’interno si trova anche una piccola sala proiezioni e un’esposizione permanente dedicata agli adattamenti teatrali e cinematografici delle sue opere.
Il pino e l’urna: l’ultimo desiderio
Uno degli angoli più commoventi della casa-museo si trova all’esterno: un piccolo spazio con una pietra bianca ai piedi di un pino solitario, in cui è custodita l’urna cineraria di Luigi Pirandello.
Lo scrittore espresse chiaramente, nel suo testamento, la volontà di non essere sepolto in un cimitero, ma in un luogo aperto, libero, in mezzo alla sua terra. Le sue ceneri riposano lì dal 1961, dopo un lungo iter burocratico iniziato con la sua morte a Roma nel 1936.
Curiosità: una roccia, un pino e la polvere
Il testo del suo epitaffio è uno dei più noti della letteratura italiana del Novecento. Pirandello chiese che sulla sua tomba ci fosse solo scritto:
“Non mi si vesta da morto. Si avvolga, nudo, in un lenzuolo e si chiuda nella cassa. Nessun fiore, nessuna luce, nessun discorso. Una buca. Un po’ di cenere. E sopra una roccia. E il pino.”
Quella frase è oggi scolpita nella pietra che sovrasta l’urna, e ogni anno migliaia di visitatori si raccolgono in silenzio attorno a quel pino, nel luogo dove tutto è cominciato... e dove lui ha voluto finire.