Il calore dell’umanità a Lampedusa | Perché nessuno sembra ascoltare?

Scopri il calore umano che ha guidato le riflessioni della Commissione per le Migrazioni a Bagheria, sotto la guida dell’Arcivescovo Lorefice. 🌍❤️✨

A cura di Redazione
12 giugno 2025 02:54
Il calore dell’umanità a Lampedusa | Perché nessuno sembra ascoltare? -
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Migrazioni: Un “Cuore Caldo” per una Comunità Messianica

Bagheria, 7 giugno 2025 – L’Oasi “Cusmaniana” delle Suore dei Poveri ha ospitato il 6 e 7 giugno scorso un importante incontro della Commissione Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana (C.E.Si.), alla presenza dell’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice. Nei giorni seguenti al funerale di Papa Francesco, Lorefice ha condiviso un significativo ricordo di un uomo incontrato, che ha descritto il pontefice come un leader dal “cuore caldo”.

Il convegno ha avuto come tema centrale la riflessione sull’eredità lasciata da Papa Francesco, particolarmente evidenziata dal suo legame con la comunità di Lampedusa, simbolo di accoglienza e umanità. “Non sono un vero cristiano se non ho la consapevolezza che ogni volto umano mi appartiene”, ha affermato Lorefice, introducendo una serie di interrogativi che devono continuare a risuonare nel cuore e nella mente di ogni fedele e operatore del settore.

Durante l’incontro, il Vescovo ha posto l’accento sull’importanza di rimanere aperti all’ascolto, alla preghiera e alla riflessione, ponendo l’attenzione sulle sfide attuali riguardanti le migrazioni e la mobilità umana. Un richiamo particolare è stato fatto al viaggio compiuto a Lampedusa nel febbraio scorso, evidenziando l’urgenza di trovare nuove piste pastorali in un contesto di crescente chiusura nei confronti degli stranieri.

Diverse testimonianze sono emerse nel corso dei due giorni. Cronisti volontari dell’Ufficio Migrantes hanno riportato come, a differenza del periodo di emergenza del 2011, oggi Lampedusa si senta “orfana” di una cultura dell’accoglienza, che ha dato spazio all’umanità, mentre ora i protocolli rigidamente organizzativi impediscono la vera prossimità tra gli individui.

“Lampedusa è un telescopio sul mondo, capace di osservare le migrazioni, i conflitti e le speranze”, ha commentato Carola Piraneo, volontaria di Agrigento, sottolineando come l’isola possa fungere da esempio di ciò che può accadere altrove se non si coglie l’urgenza della situazione.

Le interazioni tra migranti di diverse fedi durante la celebrazione della festa del Sacrificio sono state un segno di speranza per Lorefice, che ha ricordato come “nel travaglio della mobilità”, vi sia un autentico segno dei tempi.

Ancora, il diacono Santo Rizzo ha paragonato la comunità lampedusana ad un esempio di unità descritto negli Atti degli Apostoli, dove i primi cristiani “avevano un cuore solo e un’anima sola”. Un appello è emerso quindi per revocare l’attenzione sulla dimensione umana della migrazione, sollecitando l’impegno di ogni credente in nome della dignità umana.

A riflessioni condivise ha partecipato anche Donata Genovese, focolarina nel Movimento dei Focolari, la quale ha evidenziato le diffiticoltà di interazione con i migranti, a causa delle procedure che limitano i contatti diretti.

“Fino a che punto, come cristiani, siamo disposti a lottare per tutelare la dignità umana?” ha chiesto suor Alessandra Martin, accennando all’urgenza di impegnarsi per salvaguardare i diritti dei migranti.

Il convegno di Bagheria non ha soltanto celebrato l’eredità di Papa Francesco, ma ha anche tracciato una prospettiva chiara sul futuro che attende le comunità siciliane. In un mondo dove la “globalizzazione dell’indifferenza” rischia di prevails, l’umanità e la solidarietà rimangono valori fondamentali da perseguire.

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