Lite al bar nell’Agrigentino: 28enne spara alla spina dorsale del 23enne per paralizzarlo a vita

La lite al bar panificio sfocia in tentato omicidio: un giovane è stato gravemente ferito mentre un commerciante è stato arrestato in seguito alla sparatoria: i nomi dei coinvolti

A cura di redazionemd
25 agosto 2024 21:46
Lite al bar nell’Agrigentino: 28enne spara alla spina dorsale del 23enne per paralizzarlo a vita
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Nelle prime ore del mattino, una violenta lite davanti a un bar-panificio di via Kennedy, a Joppolo Giancaxio, un piccolo paese dell’Agrigentino, si è trasformata in tragedia. Un giovane di 23 anni è stato ferito gravemente da un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata, rischiando ora di rimanere paraplegico. Il presunto responsabile dell’attacco, un commerciante di 28 anni, è stato arrestato e portato in carcere.

Il movente: derisioni e una zuffa finita male

Secondo le prime ricostruzioni, il diverbio sarebbe scaturito dalle continue prese in giro rivolte alla famiglia del presunto aggressore, in particolare a un cugino disabile. Durante la lite, degenerata in una zuffa, il commerciante Francesco Russo, già colpito con un calcio in pieno volto, sarebbe corso a casa della zia per recuperare una pistola calibro 44 con matricola abrasa. Tornato sul luogo della lite, avrebbe esploso un colpo che ha raggiunto la vittima all’addome.

Le indagini e l’arresto del presunto omicida

Il giovane ferito è stato immediatamente soccorso e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove è ricoverato in condizioni critiche. Il proiettile, dopo aver attraversato un polmone, si è fermato nella colonna vertebrale, causando danni al midollo spinale. Nel frattempo, i carabinieri, coordinati dalla procura, hanno avviato le indagini per chiarire le dinamiche e il movente dell’aggressione. Russo, che ha consegnato l’arma utilizzata, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e porto illegale di arma con matricola abrasa.

L’interrogatorio alla ricerca della verità

Portato in caserma, il sospettato ha inizialmente fornito una versione dei fatti ai carabinieri, ma successivamente, assistito dai suoi legali, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Quanto dichiarato in un primo momento non potrà quindi essere utilizzato nel processo. Russo ha anche richiesto cure mediche per le ferite riportate durante la lite, tra cui un forte colpo alla testa. Le indagini proseguono per ricostruire con esattezza quanto accaduto.

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